Articolo a cura di Metella Orazi.
L’autrice americana di bestseller Alyssa Cole con il thriller Quando nessuno guarda, pubblicato per HarperCollins Italia, racconta una storia molto attuale di problemi legati alla gentrificazione e al razzismo.
Quando nessuno guarda
Sydney scopre per caso, mentre è in sala d’attesa nell’ospedale dove è ricoverata la mamma, un articolo su un parco a tema sulla schiavitù aperto a Brooklyn alla fine del XIX secolo e da quel momento non riesce a non pensare a quei luoghi, che sono gli stessi in cui lei, giovane donna nera, vive.
Dopo che scoprii per caso quell’articolo, la storia di Brooklyn divenne un rifugio, per me. Spazzava via le riflessioni sul mio matrimonio fallito e il persistente ricordo sensoriale di legature che serravano i polsi. Mi forniva l’occasione di concentrarmi su qualcosa che non fosse la malattia di mia madre e il modo in cui tutto stava cambiando.
Decide di comprare un costoso biglietto per un tour dei “Brownestone storici di Brooklyn”, anche se lei conosce benissimo quei luoghi, e ascoltare la guida descriverne la storia le serve per distrarsi e capire cosa gli altri vedano in quelle facciate che lei ama.
Il giro che parte da Gifford Place, a due passi dal suo portone, lascia Sydney amareggiata, perché non si racconta veramente la storia della gente che abita quei palazzi, ma solo dei bianchi ricchi che chi hanno vissuto cento anni prima.
Le notizie sui Vandervattelapesca sono una figata, ma la signora che vive qui oggigiorno è stata la prima donna nera a capo di una ditta di ingegneria.
Tutto sembra fatto a solo vantaggio delle agenzie immobiliari con fini commerciali, perché si sta insediando al posto di un vecchio ospedale anche una nuova multinazionale farmaceutica, la VerenTech, e questo sembra portarsi dietro molti cambiamenti.
Sydney comincia a guardare con molto sospetto tutte le stranezze che man mano nota, e quando i suoi vicini di casa cominciano a sparire deve capire cosa stia succedendo.
Il dirimpettaio Theo è uno dei nuovi bianchi arrivati nel quartiere, e con discrezione osserva spesso Sydney chiedendosi come mai a volte sembri così triste.
Anch’egli ha problemi suoi, dato che probabilmente il rapporto con la fidanzata Kim è finito e lui ha investito tutti i soldi che aveva nell’acquisto in comune di quell’appartamento da cui dovrà andarsene.
Le strade dei due s’incrociano in modo strano, fin da quando succede un violento alterco tra Sydney e Kim, che dimostra un certo razzismo, e Theo placa gli animi.
Nella prima parte di Quando nessuno guarda i temi della gentrificazione e del razzismo sistemico sono preponderanti, mentre nella seconda il ritmo cambia marcia e la narrazione di trasforma quasi in un horror da page turner.
La narrazione è fatta in alternanza, un capitolo raccontato da Sydney e uno da Theo, sempre in prima persona, e ciò crea un coinvolgimento notevole anche negli stati d’animo dei due personaggi che hanno entrambi qualcosa da nascondere.
Cole scrive un libro che, senza essere didascalico o particolarmente impegnativo, vuole far riflettere sulla parte di colpa che ognuno ha nella società civile, se chiude gli occhi, invece di ribellarsi e guardare, di fronte a persone più avide e spietate che senza farsi scrupoli si prendono ciò che vogliono.
un libro per chi: pensa con Gaber che “libertà è partecipazione”
autrice: Alyssa Cole
titolo: Quando nessuno guarda
traduzione: Sara Caraffini
editore: HarperCollins
pagg. 380
€ 18.5
segnato.
Anche perché ho appena visto “io, noi Gaber”