Mr Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina di Fannie Flagg

Sulla copertina di Mr Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina di Fannie Flagg c'è l'illustrazione di un piccolo uccellino pettirosso

Mentre il mondo si dimostra essere un luogo sempre più feroce e inospitale, possiamo leggere romanzi “buoni” e rinfrancanti come quelli di Fannie Flagg, autrice americana nota soprattutto per Pomodori verdi fritti al caffé di Whistle Stop.
Mr Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina è una storia natalizia che sa accarezzare anche i cuori più ruvidi, per questo sarà protagonista del gruppo di lettura Babele durante l’incontro del prossimo 11 gennaio.

Mr. Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina

Oswald Campbell, uomo di mezza età bistrattato dalla vita, vive nella gelida Chicago, che d’inverno diventa decisamente inospitale per chi ha desiderio e necessità di stare a temperature più miti.
È proprio il suo caso, perché il medico ha appena emesso una definitiva sentenza: i polmoni di Oswald sono così compromessi che non gli resta molto da vivere.

Gli sembrava che tutti fossero venuti al mondo con un libretto d’istruzioni, tranne lui. Fin dal principio si era sempre sentito come un paio di calzini bianchi e scarpe marroni in una stanza piena di smoking. In vita sua non aveva mai potuto tirare il fiato, ed ecco che adesso era tutto finito.

Il consiglio è quello di spostarsi a sud, dove il calore del sole potrebbe asciugare i suoi polmoni e dare un po’ di tregua ai suoi malanni, senza però fare un miracolo: Oswald sarà comunque spacciato, ma perché morire nel gelo quando si può farlo nella serenità di una giornata assolata?

Complice un vecchio volantino che descrive la minuscola cittadina di Lost River, in Alabama, come un paradiso accogliente in ogni senso, Oswald decide di raccogliere le sue poce cose e partire; grazie a una buffa telefonata a cui risponde la proattiva e cordiale Frances, si ritrova quindi a essere l’inquilino della pragmatica e corpulenta Betty, che vive con la decrepita e bizzarra madre Alma.

Non è facile per l’uomo, alcolista abbandonato a sé stesso fin dall’infanzia e quasi del tutto incapace di relazionarsi con gli altri, entrare in sintonia con quel piccolo mondo fatto di poche generose persone sempre pronte ad aiutarsi l’un l’altra.

Oltre a Frances e alla volubile sorella Mildred, a Lost River c’è anche Roy, che gestisce il drugstore e che come animale domestico ha un piccolo uccellino rosso di nome Jack.
Ognuno di essi ha una storia da raccontare, un passato talvolta pieno di dolore, che però non ha impedito di diventare membri solidi di una comunità che sa accogliere e voler bene.

Da quel giorno di un mese prima, quando era andato alla visita di controllo, a oggi, la sua vita era cambiata da così a così. Si era come ribaltata. Persino le stagioni si erano invertite. Un mese prima, nemmeno nei suoi sogni più sfrenati Oswald avrebbe immaginato di finire in quello strano posto, con quella strana gente. Si sentiva come se un cannone lo avesse sparato direttamente su un altro pianeta.

Un giorno, nella vita di tutte e tutti, entra Patsy, una piccola bambina scalza e malvestita che esce dal bosco come un elfo e che probabilmente vive in una delle tante roulotte abitate da chi conduce una vita nomade senza particolari ambizioni di benessere.

La bambina è zoppa e dolcissima, tanto timida quanto indifesa. S’innamora perdutamente del piccolo Jack, che diventa il suo miglior amico e con cui, insieme a Oswald, condivide il non sapere la data del proprio compleanno.

Prima della prognosi del dottore, il tempo per lui era stato un cerchio che gli ticchettava al polso, qualcosa a cui dare una controllatina ogni tanto per vedere se era in ritardo o in anticipo. A ripensarci adesso, gli sembrava di averlo speso quasi tutto aspettando che accadesse qualcosa.

In quanti modi si può essere famiglia ce lo hanno spiegato i più longevi film di Ferzan Ozpetek e l’intelligenza vibrante di Michela Murgia, e Fannie Flagg in questo e in molti altri suoi romanzi non è da meno, ricordandoci che non sempre i legami di sangue sanno garantire l’affetto, la sicurezza e il calore che talvolta arrivano grazie agli amici, ai vicini di casa, ai colleghi con cui condividiamo il tempo.

La storia di Oswald e di tutti gli abitanti di Lost River è una favola contemporanea, un potente balsamo per chi ha i pensieri sdruciti e il cuore sul punto di incrinarsi.
A Flagg si perdona tutto l’irreale delle sue pagine, dai funzionari governativi che strizzano l’occhio per poi chiuderlo su ciò che andavano cercando, agli incredibili miracoli di Natale che vengono a suppurare ogni ferita.
D’altronde, che vita sarebbe senza la speranza in qualcosa o qualcuno che arrivi a darci tutto l’amore di cui abbiamo bisogno?

un libro per chi: vuole continuare a credere che il mondo possa essere anche un posto bello

autrice: Fannie Flagg
titolo: Mr. Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina
traduzione: Olivia Crosio
editore: Rizzoli BUR
pagg. 235
€ 12

Babele il gruppo di lettura disordinato

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *