Un romanzo breve.
Un romanzo d’esordio.
Un romanzo di formazione.
Un romanzo bello, in quel modo semplice e schietto degli scrittori che raccontano la vita con occhi svegli e disincantati ma ancora capaci di vederne la grazia.
Di niente e di nessuno di Dario Levantino esce oggi in libreria e, secondo me, dovreste proprio leggerlo.
Di niente e di nessuno
Gli antichi non si spaventavano di niente e di nessuno.
È per questo che me li immagino parlare in palermitano.
A parlare è Rosario, adolescente palermitano, che avrebbe dovuto chiamarsi Jonathan ma per un golpe familiare ha invece ereditato il nome del nonno materno.
Rosario abita a Brancaccio, con una mamma affettuosa, malinconica e tristemente consapevole delle occasioni perdute, e un padre assente, sbrigativo e fedifrago.
Acuto e brillante, forse un pochino nerd, Rosario ama l’epica e la mitologia, che adatta al piccolo mondo in cui vive, tra il misero quartiere Brancaccio, “un aborto urbano, il non luogo” in cui abita, e il più prestigioso centro storico della Palermo bene, dove studia e dove il padre ha un negozio di integratori per sportivi e maniaci del fitness.
L’eredità del nonno non è solo in quel nome pesante ma anche nell’innato talento da portiere calcistico, scoperto per caso e per sfida. E per amore di sua madre, che non ha mai smesso di raccontargli le grandi gesta sportive del nonno somparso prematuramente sotto le macerie del terremoto del Belice.
È in campo che Rosario sente di poter diventare un eroe, nonostante la sua corporatura non proprio prestante e quella goffaggine da ragazzino introverso e senza amici.
Tra i pali la partita è diversa.
La porta sembra sterminata e la terra trema quando gli avversari si avvicinano. È agli antichi che penso: si narra che un soldato anonimo dell’esercito di Marco Aurelio avesse la capacità, appoggiando l’orecchio a terra e studiando le vibrazioni del suolo, di indovinare la distanza della cavalleria avversaria e da quante unità fosse composta. Ed è vero che quando hai l’adrenalina che ti pulsa nel cervello riesci a sentire i passi sulla terra.
Sarà proprio grazie al calcio e alle lotte dentro e fuori dai pali che Rosario troverà la strada per elevarsi da una vita dispettosa e bugiarda, diventando un uomo di grande coraggio e capace di riflessioni profonde, consapevole di poter meritare bellezza, gioia e grandi soddisfazioni.
Brancaccio mi ha insegnato una cosa sulla morte: anche se sei nato sbagliato, devi morire in pace.
Un giovane Holden che parla siciliano, nell’eco del coraggio che Ammaniti infuse al suo Michele Amitrano.
Un prode dei nostri giorni, raccontato con freschezza e vivacità da Dario Levantino – di cui molto si può intuire dai ringraziamenti in coda – qui alla sua prima prova letteraria, decisamente ben riuscita.
un libro per chi: ha decisamente bisogno di una storia di rivalsa, bella e potente
autore: Dario Levantino
titolo: Di niente e di nessuno
editore: Fazi
pagg. 160
€ 17.50