Articolo a cura di Metella Orazi.
Dal 20 luglio 2001 sono passati più di vent’ anni, ma i fatti che successero a Genova in quella calda giornata estiva sono ancora molto vividi nella memoria.
Francesco Pecoraro nel suo ultimo romanzo Solo vera è l’estate, edito da Ponte alle Grazie, ci riporta a quel significativo momento storico.
Solo vera è l’estate
Giacomo, Enzo e Filippo sono così uniti che si fanno chiamare GEF: amici ormai sulla trentina, legati dai tempi delle medie e ancora di più dopo, durante il liceo Mamiani, uno dei più politicizzati di Roma Nord, una scuola memorabile che forma la coscienza politica nei tanti giovani che la frequentano.
Il mostro millenario che chiamiamo Roma li abita e si riproduce anche attraverso queste giovani vite, lasciandovi le proprie spore che fioriranno in un futuro non-lontano, producendo umani e maturi dediti al già detto, al già non-pensato, conformi alla città e pronti a loro volta alla sua ri-produzione parassitaria.
Giacomo dopo le superiori ha studiato filosofia e aspira a una carriera accademica; Enzo fa il grafico, da sempre amante del disegno e dei fumetti; Filippo, invece, è l’unico che non ha proseguito gli studi e ora ripara biciclette.
A fare da perno centrale attorno al quale gravitano i tre amici c’è Biba, anche lei una ex del Mamiani. Giacomo è il fidanzato ufficiale mentre Enzo e Filippo, all’insaputa uno dell’altro, ci vanno a letto.
È un quadrilatero di tradimenti, di cui solo Biba conosce tutti i vertici.
GEF decidono di passare il fine settimana ad Anzio, sul litorale laziale, dove la famiglia di Enzo ha una casa in cui possono soggiornare tutti insieme.
Mentre viaggiano da Roma verso il mare, in un’altra parte d’Italia, a Genova, s’incontrano i potenti della terra.
Il G8 è infatti in pieno svolgimento e la radio ne riporta la cronaca.
I movimenti no-global e le associazioni pacifiste manifestano il proprio dissenso e lo scontro con le forze dell’ordine in atto dal giorno precedente si inasprisce ulteriormente diventando sempre più cruento.
Dall’autoradio arrivano aggiornamenti terribili, pare che ci sia un ragazzo rimasto a terra, forse uno spagnolo, colpito da un sasso o da uno sparo; le notizie sono ancora frammentarie e GEF, sulla scia di ciò che sentono, cominciano a discutere di idee politiche e della loro visione del mondo.
Enzo e Filippo tacciono, c’è troppa roba di cui si dovrebbe parlare, c’è un morto a Genova, ci sono le loro vite ancora tutte o quasi da impostare, c’è il doversi ricavare un posto nel mondo, c’è l’enigma delle donne e, costantemente, nelle menti di tutti e tre c’è Biba.
Biba non è con loro, perché spinta dalla curiosità – più che dalla convinzione ideologica – decide di andare a Genova per partecipare a qualcosa che crede possa rappresentare una svolta storica.
Il giorno successivo alla morte di Carlo Giuliani, il ragazzo che si credeva straniero e invece era di Genova, i quattro si ritrovano, forse per l’ultima volta innocenti nei loro “ruoli” consolidati, mentre tutto sembra sul punto di cambiare.
La lingua di Solo vera è l’estate risente del grande peso che ha la romanità nella storia e vive di espressioni gergali, seppure il tono generale rimanga alto, grazie ai concetti che stanno alla base del racconto, che sono quasi una sorta di compendio saggistico.
Il racconto è infarcito di momenti di non-fiction e questo, se da una parte non permette di affezionarsi ai personaggi, dall’altra apre verso interessanti riflessioni di struttura socio-politica.
La storia raccontata da Pecoraro torna utile a chi abbia voglia di immergersi in un saggio-romanzo che riflette su temi ancora dibattuti, come la globalizzazione e la rappresentazione di una generazione in bilico tra lo schierarsi e restarsene a casa.
un libro per chi: quel 20 luglio 2001 c’era e non vuole dimenticare
autore: Francesco Pecoraro
titolo: Solo vera è l’estate
editore: Ponte alle Grazie
pagg. 198
€ 16