Articolo a cura di Paola Migliorino.
Luis Landero, considerato da molti uno dei maggiori scrittori spagnoli viventi, pubblica con Fazi il suo ultimo libro, Pioggia sottile, eletto dalla stampa spagnola il romanzo dell’anno grazie alla calorosa accoglienza di critica e pubblico.
Pioggia sottile
Il romanzo racconta – con una prosa ricca e fluente – la storia di una famiglia disfunzionale come tante: siamo a Madrid, ma potremmo benissimo essere a Roma, e i vari protagonisti ci si presentano gradualmente attraverso il racconto che fanno della loro vita nel corso di lunghe telefonate alla paziente Aurora, o meglio Aurorita, moglie di Gabriel e quindi cognata delle sue sorelle, Sonia e Andrea.
Il racconto, avvincente come un giallo, prende corpo in seguito alla decisione di Gabriel di organizzare un pranzo di famiglia per festeggiare gli ottant’anni della madre, pranzo che possa diventare occasione soprattutto per ritrovarsi tutti insieme e porre fine a mesi di silenzi e mal celate ostilità.
Ma l’idea si rivela ben presto fallimentare, poiché darà solo origine a una interminabile sequenza di rievocazioni rancorose della loro vita comune, rielaborata e plasmata da ciascuno secondo la propria personale chiave di lettura.
Aurora ascolta così le memorie del passato, angoscioso e deprimente di Andrea, la secondogenita ribelle, la cui vita è stata scandita da diverse e inconciliabili passioni (dal diventare una cantante punk al farsi suora), tutte miserabilmente fallite per colpa – a suo dire – della madre, una donna fredda e anaffettiva.
…arriva un momento in cui dici e giuri a te stessa: Non diventerò mai grande. E io non l’ho fatto. Sono ancora uguale ad allora, come quando ero immortale.
Anche Sonia condivide l’idea che la loro vita sia stata inesorabilmente segnata dalle decisioni prepotenti ed egoistiche della madre, che – incurante dei sogni delle figlie – ha condannato ciascuna di loro ad un triste destino: Sonia, infatti, è stata costretta a sposarsi appena quindicenne con Horacio, un uomo ricco e ambiguo, di vent’anni più grande.
Tutti gli episodi dell’infanzia sono quasi sempre una costruzione fatta sulla base di ricordi successivi, con ritocchi, dettagli soppressi o aggiunti, inserti immaginari e perfino onirici, interessi illegittimi e segreti, finché alla fine l’adulto sigilla il racconto definitivo del bambino che è stato, e quell’ultima versione diventa d’un tratto vera, emotivamente vera, come se fosse un’evidenza irrefutabile.
L’unico ad avere una visione positiva della madre è proprio Gabriel: per lui è solo una povera donna che, rimasta vedova, si è rimboccata le maniche per portare avanti la famiglia con serietà e sacrificio. Ma Gabriel è anche il figlio prediletto, quello cui non è stato negato nulla, che ha potuto studiare filosofia, sempre felice ed appagato.
Aurora ascolta silenziosa, telefonata dopo telefonata sempre più sofferente, i racconti degli stessi episodi, presentati da angolazioni diverse e mai concordi; pian piano, tuttavia, questo ricostruire il passato fa emergere anche in lei dubbi sulla vera natura dell’uomo che ha sposato.
…quel che l’oblio distrugge, a volte la memoria lo ricostruisce e ingrandisce a poco a poco con notizie apportate dall’immaginazione e dalla nostalgia, e allora si crea il paradosso per cui, quanto maggiore è l’oblio, tanto più ricco e dettagliato è il ricordo.
Man mano che si procede con la lettura, si resta quindi sempre più avvinghiati in questa trama di rancori mai sopiti, di dissidi non risolti, curiosi di conoscere quale sia la verità, che si rivela pian piano in tutta la sua crudele consistenza, poiché, citando Tolstoj, “tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.
Una nota particolare merita lo stile narrativo, che passa dal discorso diretto a quello indiretto nel corpo dello stesso periodo.
E, infine, una perplessità: chi è veramente Aurora, la donna che avanza sotto la pioggia sottile delle ultime pagine, pioggia che dà il titolo all’edizione italiana (in Spagna il romanzo è stato pubblicato con il titolo “Una storia ridicola”)? Come fa a ricordare cose che non ha vissuto se non attraverso il racconto della sua nuova famiglia?
Un romanzo sulla famiglia quindi, sulla sua complessità, sull’incomunicabilità e sul ruolo che ognuno recita all’interno della stessa – genitore o figlio che si sia.
Come non trovarci dunque qualcosa di “familiare”?
un libro per chi: ama gli album di famiglia
autore: Luis Landero
titolo: Pioggia sottile
traduzione: Giulia Zavagna
editore: Fazi
pagg. 240
€ 18.50