Nel corposo catalogo di gialli tedeschi della casa editrice Emons spicca – per gli amanti del cosy crime garbato, leggero, divertente – Omicido al Grand Hotel dell’austriaca Beate Maly, un romanzo dalle atmosfere decisamente british, ambientato in un lussuoso hotel sulle Alpi nel primo dopoguerra.
Omicidio al Grand Hotel
È il 1922, l’Europa è già stata scossa dalla Prima Guerra Mondiale e vincitori e vinti si stanno ancora leccando le ferite, piangendo sulle numerose perdide umane.
Ernestine Kirsch, insegnante di latino in pensione, e Anton Böck, umile farmacista di Vienna, stanno raggiungendo in treno il Grand Hotel Panhans, un costoso albergo sulla cima di un passo alpino, dove per un intero fine settimana penseranno solo a imparare il tango.
In verità né Ernestine né Anton avrebbero mai potuto permettersi questa esperienza, che è stata loro ceduta dai genitori di un allievo privato dell’insegnante, impossibilitati a partecipare.
A dirla tutta, poi, il timido sessantenne Anton non sprizza gioia da tutti i pori al pensiero di mettersi a ballare davanti a un gruppo di ricconi sconosciuti; ha accettato solo perché ha una cotta segreta per la bella e attraente professoressa, sempre piena di trascinante energia vitale.
Ernestine scese sul binario e affondò nella neve fresca fino alle caviglie, scoppiando a ridere.
Per parte sua, Anton non aveva nessuna voglia di ridere. Sarebbe voluto tornare di corsa nello scompartimento per ordinare un’altra tazza di cioccolata alla cannella.
Come temeva Anton, la compagnia in hotel non è certo la più accogliente: c’è un imprenditore che durante la guerra ha continuato a far lavorare la propria azienda, guadagnando riccamente sulle battaglie al fronte; c’è uno scorbutico, aggressivo e maleducato collonnello generale che riesce a farsi disprezzare da tutti; c’è un’esuberante e pedante commerciante di abiti alla moda che riesce sempre a dire la cosa sbagliata.
Come sarà trascorrere un interno fine settimana in compagnia di queste persone, quando fuori una tempesta di neve blocca la possibilità di andarsene?
Lei scoppiò a ridere. “Glielo ripeto, Anton, abbiamo tutta la vita per riposarci. Ora dobbiamo scoprire chi ha avvelenato quel bicchiere ieri sera, e soprattutto perché.
Quando avviene il delitto che vede vittima uno degli ospiti dell’hotel, Anton si rammarica ancora di più di aver ceduto alle lusinghe ballerine di Ernestine, mentre lei, invece, coglie subito l’occasione di vedere il bicchiere mezzo pieno: finalmente potrà usare la sua curiosità e il suo intuito per indagare su un vero omicidio!
Un omicidio, una stufa che esplode, un trauma cranico e una Ernestine gelosa erano troppe emozioni per un uomo della sua età. Si alzò con cautela e andò al buffet dei dolci, deciso a dare sollievo ai suoi nervi affaticati a suon di zuccheri e grassi. Quale modo migliore di rilassarsi di una fetta di crostata crema e lamponi?
Beate Maly mette in scena un classico giallo alla Agatha Christie, ben scritto, con personaggi delineati con l’opportuna profondità, un’atmosfera degna di un mistero, qualche appassionante cenno storico e alcuni rassicuranti cliché tipici del genere.
Ernestine e Anton, così diversi nel carattere e nell’affrontare la vita e le sfide, risultano una coppia di investigatori credibili e divertenti, che sarà un piacere seguire in altre avventure.
un libro per chi: ama i gialli classici ed eleganti
autrice: Beate Maly
titolo: Omicidio al Grand Hotel
traduzione: Rachele Salerno
editore: Emons
pagg. 249
€ 15