Articolo a cura di Tamara Malleo.
L’uomo è l’essere che non può uscire da se stesso, che non conosce gli altri se non in se stesso e dicendo il contrario, mente.
Laura Freixas, autrice catalana di Gli altri sono più felici, affida a Marcel Proust l’inizio di questo viaggio che ci porterà da Madrid a La Mancia fino alla Costa Brava per attraversare un paese complesso, pieno di contraddizioni, dove spesso i pregiudizi impediscono il dialogo e ostacolano le conoscenze.
Gli altri sono più felici
Durante l’estate dei suoi quattordici anni, Aurea viene mandata dalla madre dai cugini catalani; ancora non lo sa ma con questo viaggio inizierà a rompere quel confine che la tiene legata a una stretta visione provinciale per cominciare a guardare oltre e per poi scoprire ciò che è, quello che desidera, quale posto potrebbe occupare nel mondo.
Aurea ha sempre visto sua madre attuare una politica nelle relazioni umane: quella di mantenersi “in una posizione inattaccabile, per essere perennemente creditrice di un qualche debito morale; per avere una linea di credito aperta se per caso un giorno ne avesse bisogno.”
L’adolescente vuole staccarsi da tutto questo, scoprire la Bellezza, qualunque cosa voglia dire, e quella vacanza per lei rappresenta la sua possibilità di alzare lo sguardo.
Scopre la sensazione di svegliarsi guardando il mare, di pranzare e ascoltare una conversazione sull’arte ed essere coinvolta, perché la sua opinione ha un valore e può avere luce e spazio.
Ma la mente di Aurea ha custodito solo una parte di quello che è successo quell’estate con la famiglia Soley; l’incontro dopo molti anni con un’amica che ha condiviso parte di quei giorni le restituisce un affresco diverso, più sfaccettato, più crudo.
Dopo quell’estate rividi o ebbi notizie dei Soley solo tre volte. Tre volte in questi trent’anni… Quando vedi continuamente qualcuno non ti rendi conto dei cambiamenti; si crea l’illusione di continuità, un’illusione ottica. Deve succedere qualcosa, o deve venire fuori qualcuno da fuori, oppure deve succedere qualcosa che ti aiuti ad aprire gli occhi e osservare mediante un nuovo sguardo…
La scrittrice catalana consegna il viaggio della protagonista a un tu la cui identità va scoperta di volta in volta; questo per innescare un meccanismo di ribaltamento del punto di vista che permette di entrare davvero nella possibilità della scoperta, di capire che ogni esperienza è frutto di uno sguardo e non esiste mai solo una versione delle cose.
Soprattutto ci ricorda che a volte, per scappare da un presente che ci soffoca e ci allontana dal nostro io, proiettiamo sugli altri una felicità che in qualche modo costruiamo noi in loro.
C’è una frase che ho ricordato innumerevoli volte, mentre cercavo di capire che posizione prendere al suo riguardo ed è è quella che ti ho già citato parlando del cognato, quando lui disse al signor Soley: “Tu sì che vivi da re! Non come me che non posso godere di quello che ho, per via di questa stupida vita che faccio”.
Era veramente quello che pensava, che la vita che faceva fosse stupida? Perché sì, in effetti a chi non capita di pensare che si sta facendo trasportare dalla corrente, dalla comodità, dalla vigliaccheria; c’è qualcuno che abbia veramente il coraggio di fare tabula rasa, di ricominciare rimescolando le carte in tavola?
Gli altri, e in questo caso i Soley, per Aurea dovevano avere tutto ciò che a lei mancava o da cui voleva allontanarsi; per lei furono il motore per iniziare un viaggio che l’avrebbe portata a guardare con distacco la sua famiglia e la sua terra d’origine, per poter costruire la sua storia; e se, all’inizio del viaggio, la felicità era incarnata nella famiglia Soley e in quel modo di vivere così diverso, nel percorso Aurea crea la sua felicità, fatta di cadute, di ripensamenti, di verità rivelate, di nuove consapevolezze perché “in fondo noi degli altri che ne sappiamo?”.
Un romanzo ricco di spunti per riflettere su chi siamo e su chi sono gli altri.
un libro per chi: ha voglia di mettersi in gioco, di scoprire che dietro ciò che si desidera si nascondono amare verità ma c’è sempre tempo per costruire la propria felicità
autrice : Laura Freixas
titolo: Gli altri sono più felici
traduzione: Francesca Mantura e Alessandro Gianetti
editore: Arkadia
pagg. 221
€ 16