Ninna nanna, il romanzo di Leïla Slimani vincitore del Premio Goncourt nel 2016, racconta una storia morbosa, che pungola lettrici e lettori fino a diventare fastidiosa e intollerabile.
Una tragedia agghiacciante di cui, dopo poche pagine, non si può fare a meno.
Ne parleremo il 21 marzo durante l’incontro del gruppo di lettura Babele.
Ninna nanna
In una Parigi contemporanea, ben divisa tra quartieri borghesi e banlieue, Louise è una sorta di Mary Poppins abilissima con i bambini, che piomba nella vita di Myriam e Paul, giovani genitori alle prese con due figli piccoli.
Paul lavora come fonico mentre Myriam per fare la mamma ha rinunciato malamente alla carriera da avvocato, fino a quando Louise non viene scelta per darle una seconda opportunità.
È deciso: la tata starà a casa con i bambini mentre Myriam riprenderà in mano la propria vita professionale e Paul continuerà a inseguire il sogno di produrre il disco di qualche famoso musicista.
Un colpo di fulmine, un innamoramento. […] I coniugi sono stregati da quella donna dai lineamenti distesi, dal sorriso sincero, dal tono sicuro. Sembra imperturbabile. Ha lo sguardo di chi riesce ad ascoltare e perdonare tutto. Il suo viso è un mare calmo, di cui nessuno potrebbe sospettare gli abissi.
Mia e Adam rimangono ammaliati da Louise, una sorta di creatura pura, quasi evanescente, che profuma di buono e che gioca ininterrottamente con loro.
Myriam e Paul ne subiscono ancora di più il fascino, perché la tata si rende fin da subito indispensabile per la gestione della vita quotidiana, seducendoli con una casa perfettamente pulita e dei manicaretti squisiti che li aspettano ogni sera quando tornano dal lavoro.
«Quella donna è una fata». Così dice Myriam quando racconta dell’irruzione di Louise nella sua vita. Deve avere dei poteri magici per aver trasformato quell’appartamento angusto e soffocante in un luogo tranquillo e luminoso. Louise ha allargato i muri. Louise ha ingrandito gli armadi, ampliato i cassetti. Ha fatto entrare la luce.
Ma Louise non è una santa e fin dalla prima pagina del romanzo è chiaro quanto dolore sia stata in grado di provocare alla famiglia che l’ha accolta (e sfruttata).
Slimani, con una narrazione secca e affilata, racconta qualcosa di terribile che è spunto per una profonda critica sociale, indagando senza fronzoli dietro le apparenze della piccola borghesia: dall’emancipazione femminile alle difficoltà di conciliare maternità e lavoro; dall’integrazione al multiculturalismo, che per una strana devianza diviene poi segregazione; dal classismo culturale e sociale alla competitività estrema del capitalismo.
Ninna Nanna è un romanzo breve e feroce, che può arrivare a togliere il sonno per qualche notte.
un libro per chi: non sa nulla della vita della propria colf e baby sitter
autrice: Leila Slimani
titolo: Ninna nanna
traduzione: Elena Cappellini
editore: Rizzoli
pagg. 204
€ 18