Un’estate di Claire Keegan

Sulla copertina di Un'estate di Claire Keegan c'è un particolare di un dipinto di Emma Cownie che ritrae una casa bianca, tra l'azzurro del cielo e il verde del prato

Claire Keegan ce lo aveva già dimostrato con Piccole cose da nulla che è possibile raccontare una storia potente in poche pagine, e Un’estate non è certo da meno, con la storia di una ragazzina nella stagione in cui scopre il significato dell’amore e della cura genitoriale.
Dal libro è stato tratto il film The quiet girl, uscito al cinema nel 2023.

Un’estate

Irlanda, inizio Anni Ottanta.
Cáit ha nove anni e viene da una famiglia in difficoltà. Il padre è ruvido e ostile, più devoto alla birra che al lavoro, mentre la madre è di nuovo incinta, senza contare che ci sono già tante sorelle e il tempo dell’affetto pare non essere mai arrivato.

La bimba è timida, silenziosa, docile, tanto da risultare indifesa in una famiglia spigolosa che non conosce il valore della cura.
È piena estate quando il padre la carica in auto e la porta a dei lontani parenti della madre, che se occuperanno per un tempo indefinito, nell’attesa che nasca il fratellino e che arrivino tempi migliori.

Edna e John Kinsella vivono in campagna, in una grande fattoria. Allevano animali e hanno rapporti di buon vicinato, coltivati anche con lunghe partite a carte serali e piccoli gesti nel momento del bisogno.
Accolgono Cáit nella loro grande casa e la sistemano in una stanza decorata con carta da parati fanciullesca. Sono gentili, inizialmente un tantino distanti, come se per concedere un vero e sentito affetto dovessero mettere da parte un doloroso segreto.
Ma in quella casa i segreti non esistono, è proprio Edna a dirlo a Cáit non appena arrivata: dei segreti ci si deve vergognare e loro la vergogna non la conoscono.

Non mi sono mai lavata in tutta quest’acqua. Nostra mamma ne usa meno possibile, a volte ci fa entrare insieme. Dopo un po’ mi sdraio nella vasca, e attraverso il vapore guardo la donna che mi strofina i piedi. Lo sporco sotto le unghie me lo toglie con delle pinzette. Spreme un po’ di shampoo da una bottiglia di plastica, mi strofina i capelli e sciacqua via la schiuma. Poi mi fa alzare in piedi mi insapona dappertutto con una salvietta. Le sue mani sono come quelle di mia mamma ma hanno anche qualcos’altro che non ho mai sentito prima e a cui non so dare un nome. Continuo a non trovare le parole ma questo è un posto nuovo, servono parole nuove.

I cuori buoni, si sa, hanno uno spazio infinito per accogliere e amare, e i Kinsella, in pochissimi giorni, riescono laddove la famiglia di origine falliva senza nemmeno tentare. La piccola bambina silenziosa si schiude come un fiore, colorando e profumando una casa a cui mancava qualcosa.

Claire Keegan racconta una storia semplice e antica, che ribadisce quanto l’amore, la comprensione e i piccoli gesti di cura siano fondamentali nelle relazioni in generale e soprattutto per la crescita emotiva di bambini che saranno poi adulti sereni e capaci di donare altrettanto, in un circolo virtuoso che salva il mondo.
Un’estate è un racconto lungo ed evocativo, che sottolinea il valore dei silenzi accudenti e delle parole soppesate, delle carezze date senza un motivo e degli sguardi d’incoraggiamento, di tutti quei gesti non eclatanti eppure fondamentali per cancellare il gelido disamore che talvolta segna più della violenza conclamata.

un libro per chi: ha un’ora libera da riempire con una piccola grande storia

autrice: Claire Keegan
titolo: Un’estate
traduzione: Monica Pareschi
editore: Einaudi
pagg. 73
€ 12

The quiet girl

Sullo schermo i personaggi del romanzo breve di Keegan sono esattamente come si poteva immaginarli durante la lettura.
La piccola Cáit, interpretata da una sorprendente Catherine Clinch, ha lo sguardo timoroso di chi non sa quale sia il proprio posto nel mondo. Trattenuta, pacata, inizialmente così silenziosa da essere quasi eterea sullo schermo, pian piano prende forza ed emerge in tutta la gioiosa intensità dell’infanzia.

È la scena della corsa liberatoria e spensierata che segna la scintilla del cambiamento, la stessa corsa che nel finale commuove più di quanto accada nel libro.

The quiet girl, candidato agli Oscar come miglior film internazionale, è una pellicola volutamente lenta, capace di cogliere l’importanza delle piccole cose, messe in luce anche da una luminosa fotografia che volutamente invece oscura la vita di Cáit lontana dai Kinsella.
Da recuperare.

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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